Covid: diminuiscono contagi (+605) e tamponi processati. Cosenza è ancora la provincia più colpita - QuiCosenza.it

2022-08-20 04:16:49 By : Ms. Donna Xu

Due i decessi registrati in un solo giorno entrambi avvenuti a Cosenza. Diminuiscono i ricoveri in reparto. Il tasso di positività sfiora il 24%

CATANZARO – Diminuiscono i contagi in Calabria ma anche i tamponi effettuati nelle ultime 24 ore complice il 15 d’agosto. Sono (+605) i nuovi casi positivi al Covid in Regione su 2.525 test processati. Due i decessi registrati in un solo giorno entrambi avvenuti a Cosenza. Diminuiscono i ricoveri, (-10) in reparto e (+1) in rianimazione. Attualmente gli ospedalizzati, a causa del virus, sono in tutto 227.  Il tasso di positività si attesta al 23,96%.

I casi provincia per provincia sono così distribuiti:

Catanzaro 77, Cosenza 210, Crotone 107, Reggio Calabria 84, Vibo Valentia 104, altra regione 23.

L’Asp di Catanzaro comunica 79 nuovi positivi di cui 2 fuori regione e un guarito fuori regione. L’Asp  di Cosenza comunica 210 nuovi casi di cui 21 fuori regione.

Territorialmente, dall’inizio dell’epidemia, i casi positivi sono così distribuiti:

Catanzaro: casi attivi 3841 (41 in reparto, 10 in terapia intensiva, 3790 in isolamento domiciliare); casi chiusi 82755 (82389 guariti, 366 deceduti).

Cosenza: casi attivi 51653 (89 in reparto, 2 in terapia intensiva, 51562 in isolamento domiciliare); casi chiusi 94779 (93533 guariti, 1246 deceduti).

Crotone: casi attivi 2241 (23 in reparto, 0 in terapia intensiva, 2218 in isolamento domiciliare); casi chiusi 49228 (48974 guariti, 254 deceduti).

Reggio Calabria: casi attivi 5964 (36 in reparto, 0 in terapia intensiva, 5928 in isolamento domiciliare); casi chiusi 175689 (174851 guariti, 838 deceduti).

Vibo Valentia: casi attivi 1794 (18 in reparto, 0 in terapia intensiva, 1776 in isolamento domiciliare); casi chiusi 43446 (43268 guariti, 178 deceduti).

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La replica di Occhiuto a Anaao Assomed “assumere gli specializzandi non è bere un bicchier d’acqua come qualche sindacalista vorrebbe far credere”

COSENZA – Continua a far discutere (tra favorevoli e contrari) l’accordo siglato dal Governatore e commissario della sanità in Calabria Roberto Occhiuto sul reclutamento 500 medici cubani. Scelta duramente contestata dalle associazioni dei Medici Anaao Assomed che ha parlato di scelta sconcertante e “fantasia creativa delle Regioni che si illudono di trovare soluzione a problemi strutturali attraverso provvedimenti estemporanei, dal vago sapore elettorale. L’associazione ha criticato soprattutto il fatto che 500 medici specializzandi, con un know-how di conoscenze già integrate nel SSN, sarebbero ben lieti di lavorare stabilmente in Calabria coronando il loro cammino professionale e assicurando una boccata d’ossigeno al sovraccarico di lavoro dei medici calabresi e ponendo fine a situazioni vergognose.

Nel pomeriggio è arrivata la replica di Occhiuto che difende la scelta evidenziando le grandi difficoltà burocratiche che ci sono in Italia .

“Secondo Anaao Assomed e Anaao Giovani in Calabria ci sono ‘oltre 500 medici specializzandi, con un know-how di conoscenze già integrate nel Ssn, che sarebbero ben lieti di lavorare stabilmente’. Ma purtroppo  – spiega Occhiuto – questi giovani non possono essere tutti assunti dalle strutture del sistema sanitario regionale. La nostra Regione, nei mesi scorsi, grazie ad accordi specifici con le Università di Catanzaro, di Messina e di Roma Tor Vergata, ha assunto decine di medici specializzandi del terzo, quarto e quinto anno, ma le maglie abbastanza strette della legislazione vigente non ci permettono di sopperire solo con questi innesti alla carenza di personale dei nostri ospedali. E non è vero che i 500 medici di cui parlano Anaao Assomed e Anaao Giovani sono tutti assumibili, anzi è esattamente il contrario: solo pochi di loro possono essere reclutati”.

“Il decreto Calabria (art. 1, c. 547 ess., I. 145/2018) – spiega ancora Occhiuto -, infatti, ci dà l’opportunità di coinvolgere i nostri giovani, ma il successivo accordo quadro, emanato con D.I. n. 1276 del 10.12.2021, pubblicato in Gazzetta Ufficiale in data 20.04.2022, disegna la cornice all’interno della quale le Regioni possono operare. In particolare gli specializzandi possono essere assunti a partire dal terzo anno solo ed esclusivamente nei presidi sanitari che risultano accreditati come strutture formative collegate per le diverse Scuole di Specializzazione. A tal proposito è necessario che queste strutture posseggano definiti volumi assistenziali. Il collegamento di una Scuola di Specializzazione con le strutture ospedaliere si basa su precisi criteri stabiliti dal DI 402/2017 ed è una scelta delle singole Scuole di Specializzazione. Proprio per questo motivo solo alcune delle strutture del sistema sanitario regionale possono fare parte della rete formativa. E solo queste possono assumere i medici in formazione con contratto a tempo determinato e per un monte orario ridotto (per tanti ospedali è, dunque, impossibile accedere a queste opportunità)”.

“Infine – ma forse è l’aspetto più importante – bisogna rispettare il vincolo disciplinare d’interesse: ad esempio, chi è iscritto alla scuola di igiene deve essere assunto da un Dipartimento di prevenzione, non può trovare impiego nei pronto soccorso o in altri reparti, chi è iscritto alla scuola di cardiologia può lavorare solo in un reparto di cardiologia, e così via. Da come scrive Anaao sembrerebbe, invece, che in Calabria sia presente una flotta di specializzandi da poter assumere nell’immediato e da mandare in qualsiasi reparto di qualunque presidio ospedaliero. Non è così. Insomma, assumere gli specializzandi non è bere un bicchier d’acqua come qualche sindacalista vorrebbe far credere. Ed è anche per questo che abbiamo deciso di firmare l’Accordo di cooperazione con i medici cubani. Ovviamente si tratta di un’intesa emergenziale, e ci auguriamo che il prossimo governo possa intervenire celermente per semplificare il quadro normativo e permetterci nuove e cospicue assunzioni. La Calabria, in questo momento, non ha un problema di deficit, potrebbe assumere subito fino a 2mila medici, ma ha le mani legate”.

“chiediamo l’avvio di una seria campagna di ripristino e manutenzione di queste opere pubbliche che sembrano cadute nel dimenticatoio”

COSENZA – “Lo stato di salute dei nostri ponti e dei nostri viadotti non ci lascia tranquilli. Anni di mancata o scarsa manutenzione hanno finito per indebolire strutturalmente queste importanti opere viarie, spesso unico punto di collegamento e passaggio obbligato per i residenti delle aree interne della nostra regione. Da tempo stiamo segnalando questa problematica, da sempre chiediamo l’avvio di una seria campagna di ripristino e manutenzione di queste opere pubbliche che sembrano cadute nel dimenticatoio di una classe dirigente troppo spesso in altre faccende affaccendata”. È quanto afferma in una nota Maria Elena Senese Segretario generale FenealUil Calabria

“E’ necessario, infatti, procedere all’avvio di una seria campagna di manutenzione, ordinaria e straordinaria di ponti e viadotti che, purtroppo, stanno mettendo in risalto i danni i un tempo troppo lungo di incuranza e indifferenza e riduca i rischi per gli automobilisti e ripristini un normale stato di sicurezza infrastrutturale. Alla Regione Calabria – prosegue la Senese – , poi, chiediamo di farsi interlocutrice pressante nei confronti di tutti quegli enti che avrebbero dovuto avere a cuore la manutenzione di queste infrastrutture viarie. Ai vertici della Cittadella regionale, ancora, chiediamo che fine abbia fatto il censimento di queste opere infrastrutturali che, dopo un primo clamore mediatico, pare essere sparito nei cassetti di una burocrazia distratta e insipiente. In Calabria è tempo di fare e non di annunciare. La nostra regione non può attendere, non può finire ingabbiata in una campagna elettorale senza fine, i calabresi pretendono che i loro problemi, dalla manutenzione delle infrastrutture viarie all’erogazione di qualsiasi tipo di servizio, vengano affrontati e risolti”.

Con quello di oggi pomeriggio è salito a 40 il numero degli sbarchi che finora si sono verificati nella sola striscia di costa della Locride nel 2022

ROCCELLA JONICA – Altro sbarco di migranti nel porto di Roccella Jonica. Dopo l’arrivo di martedì scorso di 244 profughi tra cittadini egiziani e siriani e tutti maschi, oggi, a seguito di un’operazione di soccorso in mare compiuta dai militari della Guardia Costiera di Roccella diretta dal tenente di vascello Tommaso D’Arpino, sono giunti 28 migranti, tra cui una donna, tutti provenienti dal Bangladesh.

Prima di essere trasferiti, per motivi di sicurezza viste le condizioni non buone del mare, sulla motovedetta della Guardia costiera, i migranti si trovavano a circa 10 miglia di distanza dalla costa calabrese, al largo di Capo Spartivento, a bordo di una piccola barca alla deriva partita circa 6 giorni fa dalle coste della Libia. Al porto roccellese, su una delle banchine più grandi dello scalo, i 28 profughi, poco dopo lo sbarco, sono stati sottoposti al test del tampone molecolare anticovid e successivamente e temporaneamente sistemati in una tensostruttura gestita dai volontari della Croce Rossa e della Protezione civile.

Con quello di oggi pomeriggio è salito a 40 il numero degli sbarchi che finora si sono verificati nella sola striscia di costa della Locride nel 2022. Dei 40 sbarchi con oltre 8mila arrivi, 33 si sono verificati nel solo porto di Roccella.

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